CAMERE D’ARTE

Ivo Tartarini

Il ritmo della vita

Il quarto piano è dedicato a Ivo Tartarini, Bolognese di nascita e di formazione, Ivo Tartarini (1912-1993) esordisce negli anni ’40 con una pittura geometrica che vuole restituire la realtà in modo essenziale. Nel decennio successivo, suggestionato dalle tendenze informali diffuse a livello internazionale, Ivo “apre” i confini delle forme attraverso pennellate libere che creano segni fluidi e sfumature di colore: un esempio sono i dipinti “Gli aquiloni” esposti in corridoio. Ma pur nella sperimentazione di una pittura più morbida rispetto agli inizi, la linea resterà sempre fondamentale perché intesa come base per la rappresentazione delle cose. Nella concezione dell’artista, infatti, il segno intelligente tracciato dalla mano è il primo tassello per restituire una visione di ciò che ci circonda: i suoi soggetti sono tratti dalla vita – paesaggi, scene quotidiane, melodie -, ma non restituiti attraverso una rappresentazione mimetica, imitativa, quanto piuttosto trasfigurata, portati a una dimensione astratta che ne rende visibile il concetto. La linea è il trait d’union con la realtà fisica, mentre l’intervallo che decorre tra l’una e l’altro segna il ritmo di svolgimento e indica lo scorrere della vita.

Nel solco della pittura bolognese

Le opere esposte al sesto piano nascono tutte dal talento creativo di artisti cresciuti nel solco della tradizione pittorica bolognese del pieno Novecento: Giovanni Poggeschi (1905-1972), Lea Colliva (1901-1975), Rosalba (Bianca Arcangeli, 1913-2007), Virgilio Guidi (1891-1984), Ugo Guidi (1923-2007), Guidone Romagnoli (1912-1996).
Ognuno dà espressione alla propria visione della vita secondo la sensibilità, la cifra stilistica e i mezzi artistici che gli sono più consoni: Poggeschi restituisce la semplicità e la genuinità del quotidiano attraverso la forza del colore, Colliva rende l’energia e, insieme, la transitorietà delle cose, Rosalba sintetizza l’essenza della sua terra attraverso le trasparenze liquide dell’acquerello, Virgilio Guidi traccia sorrisi, Ugo Guidi coglie la bellezza della natura e Guidone l’equilibrio compositivo e cromatico di scorci del quotidiano.

Norma Mascellani

Trovare lʼinfinito nella quotidianità

Il quinto piano è dedicato a Norma Mascellani, nata e cresciuta a Bologna (1909-2009) è pittrice amatissima in Città.
Il suo percorso artistico, che si avvia negli anni Trenta e attraversa tutto il Novecento, si nutre di suggestioni divisioniste, del paesaggismo di fine Ottocento e delle atmosfere sospese che abitano le nature morte di Giorgio Morandi, suo indimenticabile Maestro.
I soggetti delle opere di Norma appartengono a un mondo scandito da tempi lenti, abitato da silenzi lunghi, impastato di durezza e, al contempo, di genuinità: marine in cui lo sguardo è proiettato all’orizzonte, paesaggi che inducono il cuore a meditare sulla bellezza del creato e nature morte il cui cuore pulsante è la semplicità del quotidiano.
Con lievi tocchi di colore oppure pennellate corpose, dense di materia, l’artista prende per mano chi osserva e, con una delicatezza tutta femminile, lo accompagna in un mondo che oggi appare lontanissimo, ma del quale l’anima sembra ancora avere sete.
Di fronte al nostro “rumore” contemporaneo, infatt, la pittura di Norma Mascellani, appare come una preghiera silenziosa, capace di svelare al cuore dell’uomo il mistero della vita.

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